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NOVITÀ EDITORIALI

Crisis Zone

Crisis Zone

Megg, Mogg, Gufo e la loro banda di amici nell’era del Covid. Il nostro anno più orribile raccontato dai personaggi più amati e più fuori di testa del fumetto americano.

 

Marzo 2020. Mentre l’intero pianeta sta entrando in lockdown, Simon Hanselmann decide di postare ogni giorno su Instagram una breve storia a fumetti dei suoi stralunati eroi. Obiettivo: intrattenere e regalare una liberatoria risata alle masse nel periodo più cupo della nostra vita. Ne è nato il più grande web-comic mai realizzato, che ora diventa un libro. Il nuovo, divertentissimo e corrosivo capitolo della serie vincitrice del Premio di Angoulême 2018 e nominata tra i bestseller del New York Times.   

 

Panico sanitario. Distanziamento sociale. Paranoie, fake news e teorie della cospirazione. E là fuori un mondo che brucia, tra esplosioni di razzismo, proteste di Black Lives Matter, Me Too e polemiche sul gender… Un diario della pandemia che diventa specchio ironico e deformante delle nevrosi e delle follie della nostra società.

 

“Tutti chiusi in casa. Cosa diavolo succede?”. Per la strega Megg, il gatto Mogg e Gufo il lockdown è un incubo. Noia, depressione, sesso casuale, consumo massiccio di droghe e paura di ammalarsi di Covid: mentre Megg si rifugia nei videogiochi e nelle serie tv, Mogg è ossessionato dai notiziari sulla pandemia e Gufo, al solito, cerca di tirare avanti e conservare almeno un barlume di normalità. Ma come se non bastasse a casa loro è venuto a vivere Lupo Mannaro Jones, che abbassa di molto gli standard igienici e il livello di salute mentale di tutti i co-abitanti… e alla piccola comunità si aggiunge tutta la tribù degli amici più balordi e più sballati. 

 

La vita in tempo di pandemia, però, offre anche opportunità inaspettate. Jones fa successo e soldi con i suoi spettacoli porno via webcam. Megg e compagni diventano star dei social e protagonisti di un reality show su Netflix, contestatissimo da estremisti di destra e fondamentalisti di sinistra… Come finirà? Andrà davvero “tutto bene”?