La guerra civile americana

Introduzione

È il 17 settembre 1862 e ci troviamo nei pressi di Sharpsburg. Rappresentiamo un particolare della battaglia di Antietam in cui l'armata della Virginia settentrionale, agli ordini del generale Lee, si dissanguò al pari dell'armata del Potomac di McClennan nel vano tentativo di portare il Maryland, stato schiavista, dalla parte dei confederati.

Questo scenario rappresenta il tentativo del Mag. Gen. Ambrose Burnside di attraversare il ponte sull'Antietam Creek ostacolato dal fuoco micidiale dei tiratori della Georgia. Dopo aspri combattimenti ed elevate perdite Burnside riuscirà a passare, senza però poter sfruttare il varco creato a causa dell'arrivo dei rinforzi confederati.

Cenni storici

Il seme della guerra civile è germogliato lentamente, radicando in profondità nella terra e alimentandosi del sangue delle parti in conflitto. Nessun evento ha mai sconvolto il continente americano quanto la lotta secessionista intrapresa dagli stati del Sud contro gli stati del Nord, fedeli all’Unione.

Come ha potuto una democrazia, così faticosamente conquistata, originare un conflitto straziante, il primo esempio di guerra totale in cui un paese, spezzato a metà, ha devoluto tutte le sue risorse industriali, finanziarie e umane, al servizio degli strumenti di sterminio del suo stesso popolo?

È diffusa la credenza che l’abolizione della schiavitù nel continente americano sia stata la causa scatenante della secessione. Le più recenti interpretazioni dimostrano che la “peculiare istituzione” fu il terreno ideologico sul quale le avverse fazioni politiche si affrontarono per rivendicare il mantenimento delle proprie leggi e il rispetto delle proprie consuetudini ma la contesa, da un punto di vista più ampio, muoveva i primi passi altrove.

Il Nord e il Sud

Per meglio comprendere le diversità tra Nord e Sud non possiamo limitarci ai fattori geografici, dobbiamo invece esaminare i differenti modelli di sviluppo.

Il primo, caratterizzato da una profonda industrializzazione, favoriva la nascita del ceto imprenditoriale con le sue connotazioni capitalistiche ed affaristiche, bisognoso dal punto di vista delle risorse umane di operai, non di schiavi, il cui impiego era del tutto inadatto nelle fabbriche.

Il secondo quasi completamente agricolo, aveva favorito la nascita di una classa dirigente costituita dall’élite nonchalant delle grandi piantagioni, il cui tessuto sociale, pur profondamente permeato dall’ideologia dei padri fondatori con il suo bagaglio di diritti a carattere universale, consentiva al tempo stesso il perdurare della schiavitù quale unica forma di manodopera possibile a sostegno della loro economia.

L’autonomia degli Stati

È opportuno ricordare che la Costituzione dell’Unione prevedeva che il governo centrale non potesse interferire con le leggi del singolo stato. Come dirà anche il presidente Lincoln, nel suo discorso d’insediamento alla Casa Bianca: “Non ho alcuna intenzione d’interferire, né direttamente né indirettamente, nell’istituzione della schiavitù in quegli Stati ove essa esiste. Credo di non aver alcun diritto legale di far ciò, e non ho alcuna inclinazione a farlo”.

La massima autorità dell’Unione era conscia del fatto che il problema dei negri non potesse essere risolto tout court abolendo la schiavitù. Cosa si sarebbe fatto di questi individui una volta liberati? Bisogna lasciarli sul territorio e considerarli cittadini a tutti gli effetti oppure riportarli in Africa, loro terra d’origine?

Se il governo centrale non poteva intromettersi nelle faccende interne dei singoli Stati, né i suoi massimi rappresentanti erano spinti a farlo, come si arrivò alla secessione?

I motivi politici

Le cause furono molteplici. Volendo riassumerle all’estremo possiamo affermare che la nascita del partito repubblicano con le sue politiche a favore del Nord, come il protezionismo e la gestione delle risorse federali, l’attacco ideologico scatenato dalle frange abolizionistiche nonché la gestione dei Territori dell’Ovest ovvero quegli “stati embrionali” che volevano annettersi all’Unione e le pretese dei loro coloni, giocarono tutte a favore dell’isolamento degli Stati del Sud i cui rappresentanti, messi con le spalle al muro, non poterono cedere di un passo su qualunque istanza, condannando il continente alla guerra civile.

Vale la pena ricordare che molti deputati e senatori del Sud, in particolare rispetto alla schiavitù, avevano tesi concilianti circa l’emancipazione ma, stritolati dalla pressione esercitata su di loro, non poterono che difendere un istituto da loro stessi disprezzato ma allo stesso tempo indispensabile per la sopravvivenza della loro terra.

Le cause economiche

Prima però che l’abolizionismo diventasse materia di scontro con tutte le implicazioni che abbiamo citato, il dissidio insanabile sorse per motivi prettamente economici.

Il primo “casus belli” nel biennio tra il 1818 ed il 1820 è rappresentato dall’ammissione del Missouri quale Stato in seno all’Unione. La proposta di ammissione fu varata a patto che la schiavitù fosse progressivamente abolita. Questa clausola impediva ai sudisti già largamente presenti all’interno del territorio di poter operare secondo le proprie consuetudini ovvero col lavoro degli schiavi.

Prima che la situazione precipitasse, fu varato per opera di opera di Henry Clay, rappresentante al Congresso del Kentucky, un compromesso secondo cui la schiavitù venisse ammessa con la condizione che nessuno stato schiavista fosse stato costituito a settentrione del parallelo 30°36’, coincidente con il confine meridionale del Missouri.

La questione per il momento poteva definirsi sepolta, ma non passò molto prima che potesse riaffiorare. Negli anni seguenti le politiche del Governo esasperarono gli animi e le economie a danno degli agricoltori del Sud.

Il protezionismo con il quale la nazione voleva favorire lo sviluppo delle attività industriali gravava sugli interessi degli agricoltori i quali vedevano ridotti gli sbocchi commerciali dei loro prodotti, in più erano costretti ad acquistare prodotti scadenti rispetto a quelli delle manifatture d’oltreoceano peraltro a prezzi più alti.

Intervenne ancora Henry Clay proponendo il “sistema americano” secondo cui gli introiti dei dazi di protezione sarebbero stati devoluti dal Governo in opere d’interesse pubblico le quali però avrebbero giovato principalmente agli interessi del Nord. La miccia restava accesa.

Nel 1932 un ennesimo rialzo delle tariffe di protezione scatenò l’azione della Carolina Meridionale, capeggiata dal senatore John Calhoun. Lo stato dichiarò illegittimo il provvedimento all’interno dei suoi confini. La reazione del Governo giunse immediata con l’invio di truppe nei forti di confine e della Guardia di Finanza capeggiata da navi da guerra per far riscuotere i diritti doganali in mare.

Dal canto suo la Carolina armò la sua milizia. Prima che la situazione precipitasse, fu varato l’ennesimo compromesso grazie all’intervento del ritrovato Henry Clay il quale fissava un graduale ritorno alle tariffe del 1916. L’ascia di guerra veniva nuovamente sotterrata ma le questioni circa i rapporti tra Unione e Stati membri restavano in sospeso.

John Calhoun aveva previsto la disfatta nel Sud in caso di secessione ma il presagio lo spingeva anche ad interrogare il Congresso circa l’opportunità che in un paese democratico la minoranza, che egli rappresentava, dovesse soccombere alle decisioni della maggioranza. Attraverso la “nullificazione” degli atti di governo iniqui, ogni Stato dell’Unione manteneva la sua sovranità entro i propri confini, mantenendosi al riparo dai soprusi.

Gli anni seguenti segnarono un continuo alternarsi di periodi di relativa tranquillità e scontri sempre più aspri nella sala del Congresso. Da una parte la volontà del Nord di spingere il paese ad una progressiva industrializzazione dall’altra l’ostinata resistenza dei piantatori del Sud a conservare la propria indipendenza ed il proprio modello di vita.

Il progressivo innalzarsi dei dazi di protezione, l’inasprirsi dell’opinione pubblica nei confronti della schiavitù, l’incursione del capitano John Brown ad Haper Ferry, spinsero sempre di più i meridionali all’angolo costringendoli alla secessione.

Il distacco dall’Unione scatenerà un conflitto di portata inimmaginabile durato ben quattro anni, dal 1861 al 1865, una guerra totale dove, per la prima volta nella storia, un popolo patirà delle devastazioni dovute al potenziale bellico prodotto su scala industriale. Il Sud, come previsto dai suoi leader più acuti, soccomberà, al prezzo di centinaia di migliaia di morti. Il Nuovo Mondo partorito dalla guerra civile avrà un altro volto.

Discorso d’insediamento di Lincoln alla Casa Bianca

"Concittadini degli Stati Uniti sembra esista un sentimento di apprensione tra la popolazione degli Stati del sud, che, in seguito all’avvento di un governo Repubblicano, la proprietà, la loro pace e la loro sicurezza personale abbiano ad essere minacciate.
Non vi è mai stato alcun ragionevole motivo per simile preoccupazione… Io dichiaro che “Non ho alcun intenzione d’interferire, né direttamente né indirettamente, nell’istituzione della schiavitù in quegli Stati ove essa esiste. Credo di non aver alcun diritto legale di far ciò, e non ho alcuna inclinazione a farlo.”

Io ritengo che, secondo la legge universale e la Costituzione, l’Unione di questi Stati sia perpetua. La perpetuità è implicita, anche se non espressamente citata, nella legge fondamentale di tutti i governi e delle nazioni. È sufficiente dire che nessun governo correttamente stabilito ebbe mai nella sua legge istitutiva alcuna clausola che contemplasse la propria estinzione… Io pertanto ritengo che in base alla Costituzione e alle leggi, l’Unione è tuttora intatta; ed io farò tutto quanto sta in me, come la Costituzione stessa espressamente mi impone, affinché le leggi dell’Unione siano regolarmente applicate in tutti gli stati.

Per far ciò non c’è bisogno di spargimento di sangue o di atti di violenza: e non ve ne saranno, a meno che l’autorità nazionale non vi si veda costretta. Il potere che mi è stato dato sarà usato allo scopo di tenere, occupare e possedere la proprietà e le località appartenenti al governo; e per riscuotere i diritti doganali e le imposte; ma a parte ciò che sarà necessario in vista di questi obiettivi, non vi sarà invasione – né uso della forza contro o tra la gente di alcuna località…

Nelle vostre mani, miei concittadini scontenti, e non nelle mie sta la tremenda possibilità della guerra civile. Il Governo non attaccherà voi. Non potrete avere una guerra, senza essere voi gli aggressori. Voi non avete fatto alcun giuramento registrato in cielo di distruggere il paese, mentre io ne devo fare uno quanto mai solenne di “conservarlo, proteggerlo e difenderlo”.

Sono riluttante a terminare. Noi non siamo nemici, ma amici. Noi non dobbiamo essere nemici. Sebbene la passione politica possa aver teso i nostri legami di affetto, essa non li deve spezzare. Le corde mistiche dei ricordi, che si stendono da ogni campo di battaglia, da ogni tomba di patrioti sino ad ogni cuore vivente, ad ogni pietra sepolcrale, dovunque al di sopra di questo grande Paese, leveranno ancora il coro dell’Unione, non appena toccato nuovamente dalle parti migliori del nostro spirito."

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