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Saipan

OPERAZIONE “FORAGER” – LA CONQUISTA DELLE MARIANNE
Nell’aprile del 1944, lo stato maggiore americano aveva deliberato come obiettivo primario la conquista delle Marianne attraverso gli assalti anfibi alle isole di Saipan, Guam e Tinian. I territori occupati avrebbero offerto delle basi ideali grazie alle quali lanciare i bombardieri B-29 contro il territorio del Giappone.

Data l’importanza strategica rivestita, gli americani sapevano perfettamente che le loro ambizioni si sarebbero scontrate contro le formidabili opere difensive nipponiche e che le loro forze aeronavali avrebbero reagito al tentativo d'invasione.

Una flotta di oltre 700 imbarcazioni, 250.000 marinai e 100.000 soldati salpa l'8 giugno con obiettivo Saipan. Il viaggio dura sette giorni, ma già dall'11 giugno l’aviazione americana comincia a scardinare le difese avversarie. 200 caccia Hellcat ingaggiano una furiosa mischia contro gli aerei nipponici decollati dalle Marianne. La superiorità tecnica degli apparecchi e degli equipaggi trasforma questo primo scontro in una disfatta per i giapponesi, oltre 124 aerei abbattuti contro solo 11 americani.

Il dispositivo di difesa A-Go imperniato sulla caccia con basi a terra viene violentemente scardinato, soltanto la contraerea potrà opporsi al diluvio di bombe che, nei giorni seguenti, i bombardieri americani rovesceranno sull’isola. Il 13 giugno è il momento della marina. 7 corazzate veloci tempestano l’isola con i loro potenti cannoni, l’azione spinge i giapponesi a rintanarsi ancora più in profondità per sfuggire al bombardamento di violenza inaudita. Nel frattempo la flotta imperiale salpa per intercettare gli invasori.

Lo scenario ripropone i primi tre giorni dei combattimenti, quelli più difficili e caratterizzati: lo sbarco; il combattimento urbano nell’abitato di Charan Kanoa; la controffensiva giapponese; l’avanzata nella giungla e nei campi di canna da zucchero.

15 GIUGNO
Nella notte tra il 14 ed il 15 giugno la flotta americana si avvicina a Saipan.

Un'ora di bombardamento navale precede l’avanzata della II° e IV° divisione marines a bordo di 700 armtracks. Alle 8.40 i mezzi anfibi raggiungono la spiaggia solo per essere accolti da un tremendo sbarramento di artiglieria. Le postazioni nipponiche, perfettamente mimetizzate sulle montagne, spazzano la zona di sbarco con un tiro preciso e continuo. Soltanto l'azione congiunta dei ricognitori della marina e dei caccia armati di razzi riesce a tacitare il loro fuoco infernale.

16 GIUGNO
Il secondo giorno i Marines procedono verso l'interno. Il primo ostacolo è costituito dall’agglomerato urbano di Charan Kanoa. Sotto il fuoco dell'artiglieria e attaccati da nemici nascosti tra le macerie riescono a conquistarla al termine della giornata.

Nel frattempo a Nord, i soldati del Mikado si preparano a lanciare il più grande assalto corazzato nel pacifico. Carri armati, fanteria e uomini della forza speciale di sbarco si spingono a sud da Garapan per travolgere la fragile testa di ponte. La tenace resistenza americana stroncherà l'offensiva.

17 GIUGNO
All'alba del terzo giorno è il turno dell’esercito. Il 27° fanteria sbarca per rastrellare i territori a sud dell'isola. Insieme alla IV° divisione marines sono costretti ad avanzare attraverso i campi di canna da zucchero nei quali i giapponesi tendono le loro imboscate. i giorni seguenti, al costo d'incredibili sacrifici, l'avanzata americana prosegue.

Il 19 giugno la flotta d’invasione è costretta ad abbandonare le truppe a terra per intercettare le navi da guerra imperiali in rotta verso l'isola. La marina degli Stati Uniti vince la sanguinosa battaglia, decretando la fine della potenza navale nipponica e la condanna dei suoi soldati di stanza nelle Marianne.  

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