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Waterloo 1815

La Haye Sainte, battaglia di Waterloo, 18 giugno 1815

 

Se Napoleone era il re delle battaglie, il Duca di Wellington era il maestro nel volgere qualsiasi terreno a suo vantaggio. Pochi mesi prima, in marcia verso Parigi per ricoprire la carica di ambasciatore di Inghilterra presso il Re di Francia Luigi XVIII, il Duca di era fermato proprio nella zona dove si sarebbe combattuta la battaglia di Waterloo. Probabilmente il Duca aveva quella abilità tipica delle grandi menti di memorizzare particolari in quel momento apparentemente inutili, per richiamarli alla memoria quando necessari. Il 18 giungo 1815 erano necessari.

 

La Haye Sainte (un nome curioso, voleva dire Recinto sacro, ma anche Corona di Spine) era al centro dello schieramento inglese. Si stendeva lungo la strada carrozzabile che dalla Francia portava a Bruxelles, una fattoria imponente, costruita in pietra, con un frutteto da un lato e un piccolo orto dall’altro. Edifici si innalzavano da tre lati, mentre il lato della strada era protetto da un muro.

 

Wellington non l’aveva inclusa nello schieramento. Era troppo avanzata e sarebbe stato costoso difenderla. La strategia, vincente, era di utilizzarla come argine per spezzare l’attacco francese, e per fare questo aveva posizionato all’interno della fattoria il minimo indispensabile, ovvero un battaglione di veterani del 2° btg fucilieri della Legione Tedesca del Re (KGL). La Haye Sainte non era stata fortificata come il castello di Hougomont. I genieri non erano sufficienti (i reparti neoformati olandesi e del Brunswick non ne avevano affatto) ed il Duca aveva deciso di indirizzarli tutti su Hougomont. I tedeschi della KGL dovevano arrangiarsi. E lo fecero come a volte fanno i soldati. La sera prima faceva freddo e pioveva, ed alcuni fucilieri decisero di bruciare la porta di ingresso del fienile. Quando gli ufficiali se ne accorsero, era troppo tardi: venne eretta una barricata ma non si fece in tempo a scavare delle feritoie lungo i muri. Venne alzata una pedana per permettere di fare fuoco oltre il muro, ma la fattoria rimase comunque pericolosamente sguarnita.

 

La Haye Sainte si trovò al centro del combattimento fin dalle prime ore della giornata, ma i fucilieri riuscirono a respingere ogni attacco. I francesi occuparono brevemente il frutteto e parte dei giardini durante l’attacco di D’Erlon contro il centro dello schieramento anglo-alleato, ma li abbandonarono parzialmente dopo la sua ritirata. Wellington centellinava i rinforzi, e aveva ragione. Lo spazio era limitato, ed era inutile usare più truppe di quelle che effettivamente potevano combattere. Per i francesi la Haye Sainte rappresentava un problema. Ogni attacco portato alla linea inglese offriva il fianco al fuoco dei difensori. Alle due del pomeriggio il maresciallo Ney decise di risolvere la situazione. A due brigate di fanteria, Ney affiancò una brigata di corazzieri e dell’artiglieria. Il momento non poteva essere più propizio. I tedeschi stavano finendo le munizioni e la difesa entrò in crisi. I francesi avevano circondato la fattoria, mentre i fucilieri del 95° schierati a protezione del lato nord, erano stati costretti a sloggiare. Bisognava fare qualcosa, ed il generale Kielmasegge mandò avanti in sostegno il battaglione di Luneburg. Il terreno era leggermente ondulato e comunque il campo di battaglia era coperto dal fumo dei moschetti. Il battaglione avanzò in linea, per ottimizzare la sua potenza di fuoco e non si accorse della cavalleria francese. Al comando degli squadroni francesi era un aiutante di campo di Ney, il colonnello Crabbè, un belga di Bruxelles. I corazzieri non persero l’occasione e caricarono tutto quello che trovarono davanti: il battaglione di Luneburg insieme ad alcuni fucilieri usciti incautamente dalla Haye Sainte. I fucilieri riuscirono a malapena tornare nella fattoria, ma il battaglione perse in pochi minuti il 75% della sua forza e cessò di esistere come unità coesa di combattimento.

 

La Haye Sainte continuò a resistere per altre tre ore, fino a che le munizioni finirono ed i fucilieri si ritirarono per ricongiungersi con la linea alleata. I francesi occuparono la fattoria verso le sei e mezza, ma la vittoria fu di breve durata. Napoleone tentò di sfondare con al Guardia (un tentativo meno peregrino di quello che la storia e la cinematografia ci ha tramandato: a quell’ora l’esercito inglese era al limite del collasso, ed una spallata avrebbe potuto benissimo catalizzare la rotta. I soldati stavano già iniziando ad abbandonare il campo… però non andò così: la Guardia Imperiale venne respinta, gli inglesi occuparono ancora la Haye Sainte. Blucher arrivò con i suoi prussiani, e con lui la notte calò sul campo di battaglia e sull’Impero francese.

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