• Comune di Lucca
  • Con il patrocinio di: Regione Toscana, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Consiglio Nazionale delle Ricerche
  • Comune di Lucca
  • Festival: dal 30/10 al 02/11 - Mostre: dal 18/10 al 02/11

NAF World Cup III – anno imperiale 2515

Nel vecchio mondo di Warhammer, molte erano le guerre che imperversavano. Fino al giorno in cui non fu deciso che il predominio fosse deciso non dalla guerra, ma giocando a Blood Bowl... elfi, nani, orchi e non solo… iniziarono ad affrontarsi nel "catino insanguinato".

 

Una delle terre dove le competizioni erano più dure, era quella di Tilea, e sin dall’anno imperiale 2496 a Luccini iniziò una storia, ormai ventennale, che vale la pena raccontare. E come tutte le storie a lieto fine, in questa terra si terrà la competizione più importante, quella che dal 6 all’8 Novembre vedrà il campionato del mondo con il maggior numero di allenatori mai visto prima ad un evento!

 

 

2496 Anno Imperiale . Si chiamavano Pantere del Fronte e sarebbero entrate nella storia del Blood Bowl di Luccini. Sugli spalti del monumentale stadio di Marienburg si erano assiepati più di centocinquantamila tifosi, una piccola e rumorosa minoranza proveniva dalle terre di Etruria, verde e collinare regione della penisola tileana. In tribuna d’onore sedevano Filippo degli Arnolfini e sua moglie, la bella Elisa da Mansi.
Si celebrava il centenario dei Reikland Reavers, e per l’occasione i campioni dell’Impero avrebbero messo in palio il titolo in un’unica partita. I dirigenti sapevano che a Luccini Filippo “Il Fortunato” era intenzionato a costruire uno dei più grandi “catini” del Vecchio Mondo.

 

Le squadre andarono sul riposo sul punteggio di 4 a 1 in favore dei Reikland Reavers. Le star capitanate dal campione dei campioni Griff Oberwald erano una macchina infallibile. Gli sparring partner venuti dal sud se ne erano tornati negli spogliatoi con tre infortunati.

 

Nella ripresa successe qualcosa che ancora oggi sa di incredibile. Un giovane dai lunghi capelli neri si alzò dagli spalti dove sedevano i tremila rassegnati tifosi delle Pantere. Con un balzo atterrò nei pressi dei dogout dei Reavers. Gli avversari lo guardavano attoniti. I muscoli del giovane si tesero sotto la camicia bianca e sblusata. Incrociò lo sguardo di Griff, allora l’espressione bonaria e accogliente del tileano si contrasse in uno sguardo tagliente con la rapidità e la violenza di una tempesta estiva. Poi, volgendo gli occhi agli atleti di Luccini batté i suoi grandi palmi l’uno con l’altro e si avviò verso la scrimmage dove un perplesso Zug allargava le braccia in segno di muta richiesta. Nello stadio di Marienburg calò un’innaturale silenzio. L’arbitro si girò verso la panchina dei Reavers.

 

Al fischio d’inizio Gino Mattanza (questo era il nome del giovane) travolse Mighty Zug e altri due uomini di linea. Il centrocampo dei Reavers fu spezzato in due dall’irruenza di quel giovane capo-ultrà. Quando la meta sembrava cosa fatta, la stella più luminosa nel firmamento della palla ovale gli si parò davanti. Sembrava invincibile.

 

Il capitano dei Reavers approfittò dell’indecisione del giovane tifoso, evidentemente sedotto dalla leggenda vivente del biondo atleta imperiale. Ancora oggi allenatori e critici non si spiegano come Mattanza sia riuscito a rimanere in piedi dopo quella poderosa gomitata nello stomaco. Fu Griff a crollare al suolo. Scese il silenzio. Gino Mattanza aveva segnato la seconda meta delle Pantere.

 

Mattanza tornando verso il centro del campo, per un attimo si fermò davanti al palco dei coniugi Arnolfini. Sollevò lentamente la palla sopra la testa e fissò intenso e fiero la bella Elisa. La giovane principessa lasciò che un fazzoletto bianco ricamato d’oro scivolasse lento dalla sua bianca mano, che atterrò ai piedi del giovane eroe.

 

Da quel momento le Pantere non smisero più di ruggire e sotto la guida di Gino Mattanza i Rossoneri del Fronte presero a correre ancora più veloce per inseguire un sogno, per inseguire un leggendario 4-4.

 

Gino, sorretto dai compagni, fu portato sugli spalti in trionfo ma quando l’allenatore delle Pantere gli offrì un posto in squadra, egli rifiutò. «Il mio posto è con loro», e sparì tra la folla. Non avrebbe mai più disputato un incontro di Blood Bowl.

 

Grazie alla borsa pattuita per l’incontro i lavori allo stadio (oggi noto come l’Elisa-Dome, in onore della protettrice di Mattanza) ripresero e vennero ultimati, mentre le Pantere del Fronte si sciolsero.

 

Luccini divenne una delle capitali del Blood Bowl Tileano.

  • Non sarai mai solo una fiera per me, sarai sempre il mio mondo. Lucca, apoteosi delle mie passioni. Angelo Agostini
  • Girandola di emozioni, nuovi amici in un caldo abbraccio di folla festosa, carnevale dell'anima. Carlo Stuto
  • Lucca, sei il fumetto che amo. Giuseppe Bennardo
  • Ogni anno a Lucca le parole sono nuvole sulle labbra, qui vive ogni cosa che puoi immaginare. Alessandro Cecchinelli
  • Lucca, da te ritorno ogni anno mentre tu cresci senza invecchiare e io quando sto con te torno bambino. Giovanni Battista Novaro
  • Che cosa sono l’amore e l’intelletto se non i sentimenti che spingono l'essere umano a seguire le proprie passioni? Lucca Comics & Games è l’anello di congiunzione perfetto tra due quesiti eternamente in lotta. Juri Tirabassi
  • Lucca Comics & Games è il posto perfetto per liberare un sogno chiuso nel cassetto. David Gusso
  • La china che scorre tra le vie di Lucca realizza i nostri sogni. Francesco Tamburini
  • Lucca, sei gioia e dolore, corse, attese, ritardi, freddo e caldo, sorrisi e lacrime, ritrovi e addii, colori e ricordi indelebili. Roberta Giancotti
  • Quando senti di trovarti nel posto giusto al momento giusto, quando chiunque può brillare senza paura, sai di essere a Lucca Comics & Games. Giordano Cruciani