• Comune di Lucca
  • Con il patrocinio di: Regione Toscana, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Consiglio Nazionale delle Ricerche
  • Comune di Lucca
  • Festival: dal 30/10 al 02/11 - Mostre: dal 18/10 al 02/11

Shintaro Kago

Profeta indiscusso della “fashionable paranoia”, maestro dell'”ero-guro” e più precisamente dell'”ironic-guro” (sotto-genere del guro che unisce alla componente macabra e bizzarra il gusto per l'assurdo), Shintaro Kago, nato nel 1969 a Tokyo, è un illustratore e mangaka giapponese che ha fatto del non sense estremo un'arma di critica della moderna società giapponese e delle sue paranoie. Conosciuto in Europa soprattutto per le sue collaborazioni con il magazine Vice, Kago ha collaborato dal 1988 con diverse riviste underground e per adulti in Giappone (Ax, Comic Cotton, Ubu Monde, Core Magazoine) producendo storie tutt'altro che mainstream, nelle quali non esita a mettere in scena coprofagia, bondage, snuff, modificazioni corporali, il tutto con robuste dosi d'ironia, di umorismo nero e di satira, al fine di renderle ancora più disturbanti. La costante ricerca di contrasto tra horror e humour di questo maestro del bizzarro è stata influenzata a livello narrativo principalmente dall'umorismo nero dello scrittore giapponese Yasutaka Tsutsui (autore di Mondai Geka, raccolta dove viscere, splatter e humour si mescolano abilmente) e dai Monty Python. A livello grafico cita Shigeru Mizuki e Katsuhiro Otomo per la loro precisione grafica nel disegnare la città, paesaggi e per la loro volontà di realismo nella realizzazione degli ambienti. Nei suoi racconti, sempre crudeli e antisociali, non compaiono espressioni esagerate come nei classici manga: Kago usa uno stile grafico preciso, clinico, quasi fotografico perché è in perpetua ricerca di realismo per riuscire a suscitare sensazioni forti nei suoi lettori. Da vero artista, riesce a trascendere lo schema tradizionale della messa in scena fumettistica, la sua narrazione esplode in tre dimensioni al di fuori delle impostazioni bidimensionali delle tavole. Ma la vera identità del mangaka non si situa al livello della sua estetica clinica, bensì nella volontà di andare sempre controcorrente. Perché per lui conta solo sorprenderci, farci ridere e tormentarci.

 

 

 

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